Il governo marocchino sta prendendo in considerazione la possibilità di
apportare modifiche alla legislazione sui diritti delle donne, a seguito
della tragedia della sedicenne Amina Filali, suicidatasi dopo essere stata costretta a sposare il suo stupratore. La vicenda che ha sconvolto l'intero Paese e dato vita a numerose manifestazioni di protesta, oltre ad iniziaitive online, inclusa una pagina su Facebook intitolata: 'No allo stupro con la complicità dello Stato'.
Minacciata con un coltello, Amina è stata violentata in un bosco da
Salek Mustafa, 25 anni, mentre stava tornando da scuola nel suo
villaggio natale di Chourfa, nei pressi della città settentrionale di
Larache, come racconta la famiglia. Il padre ha presentato formale
denuncia, ma il giudice ha convocato dei mediatori affinchè parlassero
con le due famiglie: alla fine Amina è stata costretta a sposare il suo
stupratore per salvare la sua stessa reputazione ed evitare il carcere
al ragazzo.
Amina si è infine suicidata il 10 marzo scorso ingerendo veleno per
topi, un atto disperato che l'ha trasformata in un simbolo
dell'oppressione delle donne in Nord Africa.
Il caso ha scatenato una serie di manifestazioni, campagne su internet e
le promesse da parte del primo ministro Abdelilah Benkirane di prendere
in considerazione modifiche legislative.
Il re del Marocco Mohammed VI è noto come uno dei pionieri dei diritti
delle donne nel mondo arabo. Il nuovo Codice sul diritto di famiglia,
noto come Mudawwana
e adottato nel 2004, fra le varie modifiche apportate ha permesso alle
donne di avviare pratiche per il divorzio, ha messo fuori legge il
diritto dei mariti di poter ripudiare la moglie, posto limiti alla
poligamia e migliorato i diritti ereditari delle donne. La nuova
Mudawwana ha inoltre innalzato l'età legale di matrimonio per le donne
da 15 a 18 anni, rendendola uguale a quella per gli uomini.
Tuttavia, le donne di età inferiore ai 18 anni possono sposarsi con
l'autorizzazione di un giudice, come è accaduto a Amina Filali. I
giudici conservatori spesso applicano la legge secondo i valori
tradizionali, e ogni anno emettono più di 30.000 autorizzazioni per i
matrimoni di ragazze minorenni. La legislazione penale marocchina
conserva anche un articolo che permette a uno stupratore di evitare la
prigione sposando la sua vittima - una legge contro cui si battono gli
attivisti per i diritti delle donne e per i diritti umani.
La legge è in contraddizione con la nuova Costituzione approvata a luglio,
la quale condanna la discriminazione contro le donne, ha ribadito
Benachir. Secondo la legge marocchina, uno stupratore può affrontare
pene detentive fino a 20 anni. Ma sono le vittime che vengono spesso
incolpate del crimine, specialmente nei villaggi rurali, come quello in
cui viveva Amina Filali.
Il padre di Amina, che non ha soldi per assumere un avvocato, conta ora
sugli attivisti per i diritti delle donne per aiutarlo a far causa allo
stupratore della figlia per il suo suicidio.
Per firmare la petizione online
http://www.avaaz.org/it/forced_to_marry_her_rapist_b/?cfrIAab
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