mercoledì 28 marzo 2012

Marocco: R.I.P. Amina

Il governo marocchino sta prendendo in considerazione la possibilità di apportare modifiche alla legislazione sui diritti delle donne, a seguito della tragedia della sedicenne Amina Filali, suicidatasi dopo essere stata costretta a sposare il suo stupratore. La vicenda che ha sconvolto l'intero Paese e dato vita a numerose manifestazioni di protesta, oltre ad iniziaitive online, inclusa una pagina su Facebook intitolata: 'No allo stupro con la complicità dello Stato'.

Pagina per Amina Filali su Facebook
Minacciata con un coltello, Amina è stata violentata in un bosco da Salek Mustafa, 25 anni, mentre stava tornando da scuola nel suo villaggio natale di Chourfa, nei pressi della città settentrionale di Larache, come racconta la famiglia. Il padre ha presentato formale denuncia, ma il giudice ha convocato dei mediatori affinchè parlassero con le due famiglie: alla fine Amina è stata costretta a sposare il suo stupratore per salvare la sua stessa reputazione ed evitare il carcere al ragazzo.
Amina si è infine suicidata il 10 marzo scorso ingerendo veleno per topi, un atto disperato che l'ha trasformata in un simbolo dell'oppressione delle donne in Nord Africa.
Il caso ha scatenato una serie di manifestazioni, campagne su internet e le promesse da parte del primo ministro Abdelilah Benkirane di prendere in considerazione modifiche legislative.
Il re del Marocco Mohammed VI è noto come uno dei pionieri dei diritti delle donne nel mondo arabo. Il nuovo Codice sul diritto di famiglia, noto come Mudawwana e adottato nel 2004, fra le varie modifiche apportate ha permesso alle donne di avviare pratiche per il divorzio, ha messo fuori legge il diritto dei mariti di poter ripudiare la moglie, posto limiti alla poligamia e migliorato i diritti ereditari delle donne. La nuova Mudawwana ha inoltre innalzato l'età legale di matrimonio per le donne da 15 a 18 anni, rendendola uguale a quella per gli uomini.
Tuttavia, le donne di età inferiore ai 18 anni possono sposarsi con l'autorizzazione di un giudice, come è accaduto a Amina Filali. I giudici conservatori spesso applicano la legge secondo i valori tradizionali, e ogni anno emettono più di 30.000 autorizzazioni per i matrimoni di ragazze minorenni. La legislazione penale marocchina conserva anche un articolo che permette a uno stupratore di evitare la prigione sposando la sua vittima - una legge contro cui si battono gli attivisti per i diritti delle donne e per i diritti umani.
La legge è in contraddizione con la nuova Costituzione approvata a luglio, la quale condanna la discriminazione contro le donne, ha ribadito Benachir. Secondo la legge marocchina, uno stupratore può affrontare pene detentive fino a 20 anni. Ma sono le vittime che vengono spesso incolpate del crimine, specialmente nei villaggi rurali, come quello in cui viveva Amina Filali.
Il padre di Amina, che non ha soldi per assumere un avvocato, conta ora sugli attivisti per i diritti delle donne per aiutarlo a far causa allo stupratore della figlia per il suo suicidio.

Per firmare la petizione online
http://www.avaaz.org/it/forced_to_marry_her_rapist_b/?cfrIAab

Nessun commento:

Posta un commento