mercoledì 5 marzo 2014

8 marzo: smettetela di farci la festa



Questa è l'ultima creazione di Anarkikka.
Ritrae una donna con la mimosa in testa che dice: "smettetela di farci la festa".
Vi sono, in questa frase, due messaggi: il primo è quello di non "farci la festa" nel senso di non ucciderci, con esplicito riferito al femminicidio, che continua a mietere vittime nel nostro paese e nel mondo. Il secondo dice di smetterla di chiamare l'8 marzo una "festa" e riguarda quindi l'uso delle parole.
Perchè l' 8 marzo non è la "festa della donna" ma la GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE. 
E' importante chiamare le cose con il loro nome. "Giornata internazionale" significa che in tutto il mondo si ricorda qualcosa di importante e lo si fa perchè ce ne è bisogno. Per questo esistono la giornata contro la povertà (17 ottobre), la giornata dei rifugiati (20 giugno), la giornata della pace (1 gennaio), la giornata del lavoro (1 maggio), la giornata dei migranti (18 dicembre) e cosi via. Sono date che ricordano al mondo che esistono delle problematiche legate a questi temi e che vanno risolte al più presto. In quel giorno ogni persona, associazione, istituzione, governo, dovrebbe fare qualcosa per risolvere quei problemi specifici.
E' chiaro che si fa quel che si vuole e si può: organizzare un evento festoso, all'insegna dell'allegria e la condivisione, oppure fare qualcosa di simbolico, o qualcosa di serio, un momento di approfondimento o di discussione, una raccolta fondi o quant'altro. Ma in tutti i casi non ci si dimentica che si sta celebrando qualcosa di importante, che si sta parlando di problemi mondiali, che in tutto il mondo ci si sta muovendo per raggiungere un obbiettivo. 
Al chiamare questa giornata "festa" la si svuota di gravità, si elimina il significato profondo, si leva l'importanza, si cancella la solennità e l'internazionalità che le spetta. Diventa un momento di svago, un qualcosa di superfluo che a volte diventa quasi fastidioso. Ed ecco che lo si festeggia in modo effimero, goliardico, con cenette, banchetti, auguri, scambi di fiori (che diventano galanteria), spogliarelli e cazzate varie. Solo per quella sera si esce con le amiche lasciando a casa il marito con la prole per andarsi a divertire. Ma che razza di celebrazione è questa? Invece di fare discussioni, riflessioni, buoni intenti, proposte di legge, manifestazioni, cortei, presidi, si perde solamente tempo e si consuma. A questo proposito andatevi a vedere il sito festadelledonnaroma.com, giusto per vedere a che punto siamo arrivate (in basso).
Ed ancora. 
Al chiamarla "della donna" e non "delle donne" si rende impersonale un soggetto,le donne, levandogli quello spessore che è la sua forza: il peso dato dal numero di donne nel mondo, circa 3 miliardi, che rende LE DONNE un soggetto plurimo, e non LA DONNA una entità immateriale.

Sono molto grata ad Anarkikka per aver messo in luce questi aspetti dell'8 marzo. Spero vivamente che lo spirito giusto di questa giornata torni a splendere anche nel nostro paese. Ed a questo proposito vi ricordo alcuni appuntamenti "giusti" da non mancare per celebrare questa giornata cosi importante: 
la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza dei condottieri alle 15,00
https://www.facebook.com/events/593321624089433/600850613336534/?notif_t=plan_mall_activity
il mio concerto a Civitella San Paolo alle 21,00
https://www.facebook.com/events/1395919867342103/
la maratona radiofonica su Radio Onda Rossa condotta dal MFLA
http://www.ondarossa.info/
il presidio a Pisa in zona mercato via Paparelli
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1424944041085013&set=gm.258724924288397&type=1&theater



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