martedì 28 gennaio 2014

PREPARATEVI AL ONE BILLION RISING 2014

Il 14 febbraio, la festa di San valentino, il giorno delle innamorate, ci sarà il ONE BILLION RISING
Un miliardo di donne, che hanno subito violenza nel corso della loro vita, quel giorno si solleveranno, balleranno e canteranno in TUTTO IL MONDO. E non saranno sole! Tutte le donne si uniranno al loro canto di protesta. E noi ci saremo! Anche a Roma infatti stiamo preparando la nostra bellissima iniziativa....
........PREPARATEVI!



info:
http://www.onebillionrising.org/

sabato 18 gennaio 2014

FEMMINICIDIO, BOOM DI DENUNCE ALLA PROCURA DI ROMA

vi copioincollo:

FEMMINICIDIO, BOOM DI DENUNCE ALLA PROCURA DI ROMA
I NUMERI DELLA PROCURATRICE AGGIUNTA MARIA MONTELEONE

Roma, 17 gen - Impennata nelle denunce di reati contro le donne nella procura di Roma. Lo denuncia Maria  Monteleone, procuratrice aggiunta, durante l'incontro "Femminicidio, necessità giuridica o emergenza sociale?" che si è svolto nell'Aula 1 della Corte di Assise di Roma.
Nel 2013 rispetto al 2012 le notizie di reato che comprendono tutte le ipotesi di violenza di genere (compresa quella economica), puntualizza Monteleone sono passate da 5475 del 2012 a 7295, ovvero 1820 procedimenti in più, il 33%. Le denunce per violenza sessuale, compresa quella di gruppo, sono state l'anno scorso, 742, 30 fascicoli in più rispetto al 2012. I maltrattamenti in famiglia sono passati da 892 notizie di reato a 1156 (+30%), lo stalking da 1118 casi a 1184. 
"Questi sono dati oggettivi" ha commentato
Monteleone, intervenuta a tracciare una fotografia del
fenomeno della violenza contro le donne dopo l'entrata in
vigore del decreto sul Femminicidio. Monteleone guida un
pool di 12 magistrati specializzati sul tema della violenza
contro le donne e i minori.
Monteleone ha aggiunto: "Non dobbiamo trascurare
caratteristiche e modalità della violenza sulle donne e i
minori che raggiunge modalità e gravità così brutali e
aggressive che rendono necessaria sempre di più
l'applicazione di misure cautelari". La misura cautelare più
applicata dal tribunale di Roma è stata nel 90% dei casi la
custodia cautelare in carcere. "Sta a significare che ad
avviso del Pm e del giudice non c'è altra misura più idonea
a contrastare la pericolosità sociale dell'autore della
violenza". Si è inoltre registrato "un notevolissimo aumento
dei fermi e degli arresti in flagranza di reato" che sono
passati da 155 a 218.
I numeri: nel 2013 ci sono state 127 ordinanze di custodia
cautelare in carcere, contro le 106 del 2012, 20 arresti
domiciliari (15 nel 2012), 132 divieti di avvicinamento alla
vittima, 7 i divieti di dimora, 4 conferimento a Opg e casa
di cura, 1 obbligo di firma, mentre l'allontanamento dalla
casa famigliare ha avuto un'applicazione "scarsa". In totale
ci sono stati 317 misure cautelari contro le 208 del 2012
con un incremento di quasi il 50%.
Monteleone fornisce un altro dato complessivo, le misure
cautelari, comprese di fermi e arresti in flagranza: oltre
500 nel 2013, nel 2012 erano 363.(Public Policy)

mercoledì 8 gennaio 2014

In Tunisia l'uguaglianza tra uomini e donne in costituzione

Ecco una bella notizia: in Tunisia è stato introdotto un articolo, il numero 20, in cui si parla di uguaglianza tra uomini e donne senza discriminazioni.
Finalmente.
Vediamo il bicchiere mezzo pieno. Il primo passo per una società più giusta. Per rivendicare sempre di più i diritti delle donne. Per fare breccia nel mondo arabo, cosi riluttante ad accettare le donne come portatrici di diritti umani. Evviva!
Vediamo il bicchiere mezzo vuoto. La Tunisia è il primo paese arabo in cui si parla di parità di genere. E gli altri? Ci sono stati 10 parlamentari su 169 che hanno votato contro l'introduzione di questo articolo. pochi? Nell'articolo si parla di uguaglianza dei cittadini e delle cittadine di fronte alla legge e non espressamente di perseguire le discriminazioni. Siamo ancora a questo punto?
Vi linko l'articolo di Internazionale da cui ho appreso la notizia, cosi lo leggete e vi fate un'idea
vai all'articolo di Internazionale

domenica 5 gennaio 2014

Il femminismo ai maschi

Ho trovato un un blog molto interessante che si chiama "soft revolution- ragazze che dovrebbero darsi una calmata", è una rivista on line curata da persone che cercano di fare la rivoluzione giorno dopo giorno. Vi rigiro questo articolo di Alessandro Lolli. E' un estratto, secondo me più significativo, ma se lo volete leggere tutto cliccate QUI




Al liceo lessi uno scritto di Malcolm X che incitava i bianchi a farsi da parte nella lotta dei neri. Questo perché i neri devono essere il soggetto sociale della propria liberazione e non l’oggetto di un riconoscimento o peggio di una tolleranza. Se i bianchi vogliono rendersi utili alla causa, che parlino con gli altri bianchi della segregazione, che diffondano lì le nostre tesi, ma che non provino a calarci dall’alto l’ennesima lezione.
Faccio questa premessa per due motivi: il primo è per scusarmi. Di solito evito di intervenire nel dibattito femminista, benché gli studi di genere mi interessino molto, per non cadere nell’errore del soggetto privilegiato, ed eventualmente oppressore, che insegna al soggetto oppresso come liberarsi. Il secondo è che vorrei raccontare quello che succede a parlare di femminismo da maschio ai maschi. Mi è capitato e mi capita di entrare in argomento e definirmi antisessista, o più provocatoriamente femminista, e quasi sempre mi si rivolge la stessa accusa: vuoi scopare.
(....)
Alcuni possono pensare che la gabbia del genere sia un dispositivo che agisce principalmente sulle ragazze, che siano loro le poverine che vengono indotte a diventare ballerine, fanatiche dello shopping e brave casalinghe, mentre i ragazzi ricevono una dotazione di buone qualità neutre. Invece, lo schifo che ci consegna la nostra educazione sentimentale, quella pensata per i maschietti, è forse peggiore, perché più violento e meno incline alla remissione. Essere di mentalità aperta non basta. Capire qual è la cosa giusta neanche. Bisogna scovare dentro noi stessi i nuclei emozionali che ci spingono a provare sentimenti cattivi, le scorie di un discorso dominante che non condividiamo ma che ha messo casa in di noi. Spazzarle fuori dalla porta non è facile, io non ci sono ancora riuscito. È un percorso fatto di evitamenti, ricadute, momenti riflessivi e fughe in avanti. Ma nel quale dobbiamo sempre riconoscere quali idee sono in accordo con la nostra persona e quali sono figlie di qualcosa che non siamo.
Non dico di essere femminista per scopare, né con, né attraverso le femministe. Non lo dico neanche per essere genericamente vicino alle donne, per avere a cuore un problema sociale. Sono antisessista perché mi sembra l’unica via d’uscita da una schizofrenia che ha infettato anche me. Perché, se c’è qualcuna che è stata incatenata alla figura della principessa, qualcun altro è stato convinto di essere l’unico, buffissimo, ridicolo principe azzurro.
Illustrazione di Marta Baroni.