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Cosa voglio fare
Tanti anni di lavoro frontale nel sociale mi hanno consegnato molte evidenze.
Credo che la costruzione di un Welfare moderno sia la maggiore prova di civiltà dei Paesi.
Supplire
alle carenze dello Stato nell'intervenire a sostegno delle persone mi
ha insegnato a conoscere la varietà e la pervasività delle difficoltà di
tantissime e tantissimi. La povertà di sempre più donne e uomini stride
con la ricchezza spropositata di pochi.
Scontare
i ritardi e le inadeguatezze dei finanziamenti pubblici mi ha fatto
considerare l’assurdità con la quale si stabiliscono le priorità della
spesa pubblica.
Lavorare al fianco delle donne vittime di violenze mi ha fatto considerare quanto la società tuta ne sia responsabile.
Realizzare
progetti contro il bullismo e le prevaricazioni nelle scuole mi ha reso
evidente quali culture sessiste, razziste e omofobe allignano negli
strati più sensibili e delicati della nostra società: i ragazzi e le
ragazze.
Essere
madre di un ragazzo magnifico che, per vivere autonomamente, è dovuto
emigrare ha reso anche me protagonista del dolore e del disincanto dei
genitori che non possono assistere ad una serena realizzazione dei
propri figli.
E allora…
Voglio
promuovere l’audit pubblico, l’analisi delle spese del Comune svolto in
maniera partecipata, il bilancio sociale, il bilancio partecipato, il
bilancio ambientale, il bilancio di genere, voglio che l’economia e il
benessere siano misurati a partire da indicatori concreti che registrino
criticità specifiche quali: Scarsità di parcheggi, Carenza di servizi
alla persona, Carenza di servizi pubblici di trasporto, Disfunzioni dei
servizi pubblici essenziali (ospedali, scuole), Degrado ambientale, Non
Inclusione di immigrate e immigrati, Presenza di situazioni di degrado
sociale, Assenza di aree verdi, Orari di apertura dei negozi e dei
servizi, Carenza di sedi di incontro e di aggregazione
sociale, Carenza di eventi culturali, Mancanza di strutture sportive,
Criticità nel rapporto con gli uffici pubblici…
Voglio
che gli sperperi della Giunta Alemanno vengano individuati con
precisione, resi noti, denunciati all’autorità competente. Voglio poter
congelare il debito che non è stata la città a contrarre.
Voglio
che i centri e i servizi antiviolenza siano numericamente e
qualitativamente all’altezza degli standard indicati dalla Unione
Europea: un posto letto ogni 10.000 abitanti, e una metodologia
rigorosamente derivata dalla pratica delle relazioni politiche tra
donne. Voglio un Piano Comunale Antiviolenza che renda organico il
rapporto tra il Campidoglio, le organizzazioni delle donne, le polizie, i
servizi sociali e territoriali. In collaborazione con la Regione,
voglio arrivare ad una definizione del ruolo professionale
dell’operatrice antiviolenza, sia per tutelarne il ruolo, sia per
garantire un alto standard alla metodologia dell’accoglienza alle donne
vittime di violenza.
Voglio
intervenire sui saperi trasmessi a bambine e bambine, veicolando la
cultura del rispetto e del riconoscimento nelle scuole materne, negli
asili nido, nelle elementari (di competenza comunale), attraverso una
revisione dei programmi, mettendo al centro le elaborazioni delle
pedagogie più avanzate, che sappiano favorire un clima nongiudicante e
di prossimità per le donne, la comunità LGBTQI, le coppie di fatto –
alle quali estendere le possibilità del registro civile delle unioni
inaugurato da Sandro Medici nel suo periodo di presidenza del X
Municipio.
Voglio
che le ragazze e i ragazzi abbiano opportunità professionali, nel
turismo, grande e non adeguatamente utilizzata risorsa di Roma, nella
cultura, delegittimata in maniera scandalosa dagli ultimi governi
nazionali, nelle imprese ecologiche, ambientali, informatiche,
artigianali, in un’ottica di sostenibilità e in un’intenzione di reale
rinascita di questo Paese. Voglio che, almeno per quanto riguarda il
Comune e le Municipalizzate, abbiamo fine le assunzioni clientelari, i
nepotismi e parentismi vari, che la trasparenza e la correttezza tornino
ad avere diritto di soggiorno in questa città.
Lo so, non è poco. Ma è solo l’inizio…
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